«Non si può pretendere che un campo tiri fuori qualcosa come fa un telaio con il tessuto. La terra vuole pazienza, umiltà e passione»: parola delle sorelle Stefania e Gabriella Michelozzi, passate dalla scrivania di un call center ai campi da coltivare.
Dalla fattoria “Canto di primavera del sogno antico”, sui colli di Forrottoli, escono marmellate, formaggi, olio e vino incontaminati. «Questa è l’agricoltura sana di ottant’anni fa» dice Gabriella. Le sorelle quarratine hanno trasformato la crisi in un’opportunità.
La forza di ribellarsi e di imporsi di fronte a un sistema che premia la produzione intensiva e industriale di uova, carne, formaggi e confetture ha segnato il loro ritorno alla terra, anche se le Michelozzi la natura non l’avevano mai abbandonata. A Forrottoli ci sono nate e cresciute. La vecchia azienda agricola di famiglia però era ormai un “sogno antico”. Le gesta contadine dei nonni e dei genitori avevano lasciato spazio all’abbandono, fino a quando, nel 2009, la società pistoiese in cui lavoravano, Stefania come operatrice telefonica e Gabriella come supervisore, ha registrato la prima grande battuta d’arresto.
È stato poco dopo che le sorelle Michelozzi hanno deciso di rimettere in piedi la fattoria. Oggi hanno 200 pecore e una cinquantina di animali tra mucche, conigli e polli. E poi ci sono la cavallina Bianca e le tre vacche maremmane da riproduzione: Gina, Gemma e Carolina . Questo però, avvertono le contadine nostrane, non è un lavoro per chi cerca il lucro estremo. Fatica e dedizione bastano appena al sostentamento degli animali e all’autonomia delle persone.
«La ricchezza più grossa – spiegano – è quella interiore. Quando lavori con la natura acquisti i bioritmi di cui l’uomo ha bisogno. La gente è perennemente in corsa. Cerca di risparmiare più tempo possibile, ma per farne cosa poi?». Tranquillità ed equilibrio al posto di ansia e stress. A patto che ci sia la passione necessaria per stare tra stalle, recinti e terra fin dall’alba. «Qui – continuano le sorelle – non c’è mai nessuno che ti può ritenere non all’altezza della situazione. Occorre però tanta umiltà. Non si può pretendere niente. Se si decide di fare questo bisogna sapere che il guadagno estremo non arriverà mai».
I prodotti vengono venduti sia direttamente in fattoria che attraverso i mercati di Coldiretti e il mercatino biologico di Olmi. Ad aiutarle c’è una fitta rete di “vicini”. Il pastore locale e le altre realtà agricole della zona sono un punto d’appoggio prezioso. «Una volta funzionava così. Non c’erano molti soldi per pagare, così la gente si scambiava le proprie competenze».
Nell’azienda di Forrottoli il rapporto reciproco d’aiuto spirituale che c’è tra animali da compagnia e uomo, incarnato dagli splendidi cani di Stefania e Gabriella, è stato riproposto anche per il binomio animali da cortile e agricoltura. Capre e pecore collaborano nella pulitura degli uliveti e sono richieste anche dai proprietari terrieri vicini. Le prime fanno il lavoro grosso sui terreni ormai incolti o semincolti. Una volta bonificate le aree tocca alle pecore entrare in azione.
Al “Canto di primavera del sogno antico” ogni sostanza chimica è bandita. «Questo è un sistema che si autosostiene e che cerca di rispettare il più possibile l’animale e la terra». Una fattoria appena rinata, figlia della giovane titolare Stefania, che ha il sapore dei tempi passati.
Testo di Beatrice Faragli – Il Tirreno 2 Luglio 2012
http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2012/07/03/news/la-passione-di-tornare-alla-terra-1.5355865